RAMINGHI DI SVEZIA/2 – A PIEDI PER STOCCOLMA

Belle statuine

23 giugno 2011 – Stoccolma
In ostello a Stoccolma, deliri

   La puzza. Perché non un trattato di venti pagine sull’estraneità della puzza, sul suo valore ben felicemente rinunciabile, sul suo improvvisarsi clandestinamente con nuocenti fatalità?Magari un’altra volta.

   Chiusi in ostello sotto un cielo crepuscolante ma non certo buio e notturno – e qui ci sentiamo al Circolo! – io e Lollo godiamo (oltre la puzza, s’intende) qualche momento di rispettiva tranquillità, lui leggendo la sua Nascita di Roma, un poco invitante volume apparentemente rilegato in pelle, filo d’argento e barba di pettirosso decotto.
Ah, il buon Guastardo, quante lezioni di “vita di un certo livello”…
   Oggi la comica che siamo io e Lollo insieme ha toccato apici cinematografici in diverse occasioni. Ma non saprei descrivere quasi nulla di preciso. E allora cosa ve ne parlo a fare? Bella roba.
Ma poi “parlo” a chi? Voi che leggerete, chi siete? Perché scrivo? E come?
   Non è serata forse, o forse proprio perché è serata arrivano le domande fondamentali della ricerca di una vita: 1) chi siete? 2) quanti siete? 3) un fiorino! che però non è una domanda.
Riproviamo: 1) chi siete? ma ve l’ho già detto.
E’ difficile leggermi, vero? Perché non vado a dormire stasera? Visto il livello…
   Beh, qualcosa meriterà pure di essere raccontato. Anche così. Dimenticavo, per la parte seria di diario, vedi mail di ieri sera a Chiara. Molto meglio. Qui solo ciò che arriva dopo un risotto alla marinara in brodo, pane e filadelfia e tanti passi per Stoccolma oggi con Lollo.

Dalla mail a Chiara:
22 giugno 2011 – Tra le nubi

   Buonasera Chiara. E due. Stasera e' toccato a me perdere una lunga mail per qualche accidente di questo pc dell'ostello. Però ecco la sorpresa. Sono qui, e ti scrivo anche dalla Svezia. Giornata difficile. Il viaggio ci mette già a dura prova, ti scrivevo. Sold out i nostri treni di domani. Non c'e treno fino a venerdì sera.
   Siamo relegati a Stoccolma (non male certo, ma con lo spirito che sogna i boschi e le lande) due giorni. E l'intera impresa sta venendo a costare molto più di quanto previsto. Cosa che a me pesa molto […] perché credo nel modo ramingo di viaggiare come qualcosa di bello proprio perché di semplice, che possono fare tutti, senza distinzioni. Basta la volontà, la capacità di sognare, di partire. So che non e' proprio così, non per me almeno, che ho sempre in qualche modo le spalle scoperte. Ma lo sento come un insulto a questa idea di viaggio il dover spendere troppo. 
Toccheremo il Circolo Polare, questa e' forse l'eccezione. E questo e' un paese tremendamente caro.
   Stoccolma, altra cosa che ti scrivevo nella mail persa, e´ una città molto strana, contorta e immacolata, splendente e caotica, che farò molta fatica a capire, a penetrare. Intanto mi godo gli scorci che regala gratuitamente (almeno quelli) a chi si lascia portare dalle sue strade senza la pretesa di dirigere i passi.
   Come tante volte mi é capitato, come forse é capitato anche a te e capita ancora, mi sento da subito un po’ fuori posto. Mi chiedo davvero, ma perché mi sono ficcato in un altro viaggio del genere, apparentemente una fatica e una destabilizzazione senza senso? Perché non mi do un po’ di tregua, non mi godo almeno ogni tanto la mia realtà locale più rassicurante e tranquilla? Perché devo sempre mettermi in discussione, alla prova? E' sempre uno slancio positivo?
[…] Non mi tiro indietro per qualche stupido senso di responsabilità verso le persone coinvolte, o perché c'e' in me una volontà sana che mi fa ogni volta buttare, che mi spinge a resistere, sapendo che non potrò che essere arricchito? […]

   Farò qualche accenno.
Inizia la giornata. E piove. Da due viaggi fa in Irlanda, nulla è cambiato. Sempre sfigati uguali. Io ho dimenticato la mantella impermeabile. D’altronde, a che dovrebbe servire qualcosa di impermeabile per una camminata di otto giorni nella tundra svedese? Meno male che ho i sandali, invece…
Lollo si piega dal ridere quando estraggo tutte le mie scorte di cibo sul letto: montagne di scatolette, pane da toast, buste, un chilo di grana, due salami, centinaia di barrette,…poi c’era anche una teglia di lasagne, due tegami di parmigiana, i muscoli e prezzemolo, la torta allo yogurt…no, aspetta, quello era il pranzo di Natale dalla nonna…

Dirigere i piedi in Stoccolma

     No, questa non è proprio serata.
Sapete, Stoccolma è proprio strana, direi inafferrabile. 14 isole, ho letto oggi. 57 ponti. Come afferrare in un tutt’uno qualcosa di così frammentato?
Dicevo a Lollo: sembra una città calata dall’alto e spiaccicata su una laguna di isolotti tutti boschi, rocce e giungla. Scorci splendidi, davvero, ma un’unità difficile da comprendere e afferrare.
   Passaggi interessanti oggi, tanto sui ponti quanto sotto, nei parchi, sulle panchine a palafitta che costeggiano il lungo mare verdeggiante… I bambini e i ragazzoni nel parco-skate, le mamme con i passeggini sui sentieri nel verde, le collinette rocciose e boscose con cimiteri da Spoon River o chiese o semplici casette idilliache a dieci metri dalla statale e dalle vie di caseggiati… I ponti sospesi su mare e boschi come mix di flussi di bici, pedoni, auto, e chissà che altro. I dolci caldi e i profumi, la varietà di costruzioni nuove e linde, la bellezza delle passanti, di “ogni donna pensata con amore, in un attimo di libertà”…
     L’isola di Gamla, medievale e raccolta, è molto attraente, per noi cresciuti tra i vicoli. Ma gli spazi ampi e infiniti si aprono su ogni dove. Poche grandi costruzioni si distinguono per il loro stile di epoche antiche, stagliandosi linde e colorite contro un cielo denso di azzurro e nuvole, nuvole veloci ma da affresco…

Ascoltando musica

     Le musiche hanno su di me una forza e un potere enormi.
Essendo colonne sonore e latrici di un’emozione, di una storia, di un’atmosfera e di un’esperienza, è come se esse fossero un ritorno, sempre. Tanto da piangere, da soffrire, da sorridere, da parlare con il mondo. Mutano il mio sguardo in contemplazione, lo connettono alla vita e all’anima del mondo, al respiro dello spirito. Al compimento.
Le musiche dei miei ritorni sono per me compimento, racconto e contemplazione di vita e verità, qualcosa che non sarò mai in grado di spiegare. Consapevolezza di eternità e infinità, abbraccio divino a ciò che è stato, che è e che sarà.
     La comicità è anch’essa dimensione – rifletto – incredibilmente essenziale del nostro viaggiare. Scherzare, immaginare le cose più buffe, sbeffeggiare, burlarsi, far battute, far foto comiche e surreali, fare una ironia sana e autentica, bambinesca e libera, è ciò che ci rende la condivisione serena e sempre nuova, sempre rallegrante, ma anche che aiuta paradossalmente a mischiarsi più liberamente e autenticamente coi posti, le persone, il clima, la quotidianità.
Gli svedesi hanno un ottimo senso dell’umorismo, abbiamo avuto modo di coglierlo in diversi ambienti. E su tante cose non è che siano così più avanti, hanno semplicemente buonsenso e un po’ di lungimiranza al bene comune nel farle ed organizzarle.
     Non so perché, ma continuerei tranquillamente a scrivere. E così, a flusso. Sembra che non sia capace di altro. Vado così, a isolotti, come sembra suggerirmi questa città…from Chaos to Eternity, proprio il titolo del grande racconto rapsodico che sto ascoltando e assaporando in questi giorni, colonna sonora di questa salita al grande Nord.