di Alessia Traverso
La domenica ci si alza presto per andare al Don Bosco alla messa dei bambini. Sulla strada per la chiesa incontriamo madri e figli nei vestiti della festa, diverse moto e cani randagi. La sala è affollata, maschietti a destra, femmine a sinistra, e noi ci mettiamo tra loro, in fondo, dopo aver lasciato le scarpe fuori. La funzione inizia, ovviamente in hindi. Mi ritrovo a pensare a Kudi, la madre superiora, una donna meravigliosa che è stata in grado dicondensare in sé umiltà ed importanza. Questo la rende una leader amata e rispettata da tutti, sorridente ed energica, che si occupa delle sorelle, dei bimbi e anche di noi, con dolcezza; dei lavori e della struttura, con pugno fermo e cipiglio deciso. Pronta a ridere di gusto, simpatica e bonaria, per noi si è fatta in quattro più volte aiutandoci ad organizzare i viaggi a Calcutta e Varanasi, preoccupandosi per la nostra salute e per il cibo, facendoci sentire a casa. Ha vissuto 15 anni in Italia e da questo deriva il suo perfetto italiano e la sua passione per il caffè, che in India non si trova e che puntualmente si fa spedire. Una donna semplice e impegnata, la prima di dieci fratelli. Ci racconta dei bimbi, dei progetti da portare avanti, dei soldi che non bastano mai. A volte ha lo sguardo stanco, ma trasmette un’energia e una pace che fanno venire voglia di tirare fuori il meglio.
Il pomeriggio scorre veloce, troppo veloce tra pennarelli e disegni, aquiloni e danze. Sono proprio i bimbi a chiederci le attività e noi siamo ben contente di viziarli un po’! Propongo ad Auro e Tosky di fare qualche gioco-canto Scout. Il porompompero è il più apprezzato: lo portiamo avanti per un’abbondante mezzora, coinvolgendo le sisters che, divertite e imbarazzate, ridono come matte saltellando al centro del cerchio. Momenti indimenticabili. Ancora una volta mi rendo conto di quanto è importante per me il valore di un sorriso. Di mille sorrisi. Alla fine delle attività, una delle bimbe, Lavlen dice: “Thank you didi!” con gli occhi luminosi di felicità. Nessuna di noi, credo, potrebbe desiderare di più.