INDIA, CAOS E SPIRITUALITA’ – Giorno 12. Nuovi mondi dal finestrino

di Alessia Traverso

La sveglia suona prima dell’alba. La jeep ci attende nel buio fresco della mattina. Sono sei ore fino a Simdega e sono abbastanza preoccupata per il mal di stomaco. Cerco di resistere, sudando freddo. Mi concentro sulla musica nelle cuffiette e sulle immagini che scorrono rapide dal finestrino. Nelle prime luci dell’alba la città si risveglia. Inizio a stare meglio. Amo viaggiare in jeep, potrei farlo per ore senza annoiarmi, ammirando ogni scorcio con rinnovata curiosità; c’è sempre qualcosa di nuovo, qualche dettaglio da scorgere e immortalare. Usciamo da Ranchi e lo scenario cittadino lascia il posto ad una sterminata campagna. Gli occhi si riempiono di verde intenso e di piccoli villaggi dove si vive a un altro ritmo. Una fonte, bimbi che giocano, panni stesi. Uomini affaccendati intorno al fuoco su cui sfrigolano chapati e frittelle.

Due foglie di quella radura che non c’era già più…
e gli occhi han preso il colore del cielo, a furia di guardarlo,
e con quegli occhi ciò che vedevi, nessuno può saperlo.

E sole pioggia neve tempesta sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare e bocca per baciare
E sole pioggia neve tempesta sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare.

Il peso della valigia, Ligabue

Intorno a noi le risaie dove uomini convincono buoi recalcitranti a trascinare l’aratro, mentre molte donne punteggiano colorate l’orizzonte, chinate a raccogliere i preziosi frutti della terra. Immagino lo sforzo fisico che una vita del genere deve richiedere e mi spiego così le numerose donne anziane piegate dagli anni e dal duro lavoro che faticosamente si trascinano per le strade, senza poter guardare verso l’orizzonte.
Alberi enormi, boschi impenetrabili, muschio verde brillante. Qui vivono gli elefanti e le scimmie, che per nostra fortuna – dice Kudi – non incontreremo sul nostro percorso. La strada scorre sotto di noi, tra buche e oscillazioni mentre cantiamo e sgranocchiamo banana fritta. Il tempo vola e il sole inizia prepotente a far sentire la sua presenza. Risate e racconti. Caldo e paesaggi. Momenti di felicità da assaporare fino in fondo.
Umanità e natura. Incontri che rimarranno per sempre nelle immagini rubate dalla macchina in corsa, nei ricordi che conserveremo per raccontarli a chi avrà voglia di ascoltare le nostre avventure.

Superiamo un villaggio ai confini del quale tende e baracche si susseguono nel verde. Un ragazzo cammina quando ad un tratto, poco distante da lui, un guizzo. Un serpente! Per fortuna siamo distanti e protette… Quando è il momento di scendere per andare in bagno (nel bosco), ci guardiamo bene dall’addentrarci nel folto del fogliame, restiamo quasi sulla strada, a costo di essere viste: l’idea di incontrare un altro serpente non alletta nessuna di noi.
Ancora fiumi, alberi e rocce. Villaggi sempre diversi e sorpassi azzardati che però non ci preoccupano: V-jay sa esattamente cosa fa e comunque non abbiamo alternativa se non fidarci. La campagna ci dà respiro e per la prima volta mi sento davvero nel posto giusto, in pace con me stessa e con quest’India che difficilmente accoglie. Fuori dal caos della città mi sento libera e serena. Lontane dal degrado e da quella miseria sporca, il cuore si alleggerisce, anche se lo sguardo accoglie un’altra povertà.

Dopo più di sei ore di viaggio raggiungiamo Simdega, cittadina alla periferia della quale le suore stanno costituendo una nuova piccola comunità. Per ora vivono davvero nel nulla, una piccola casetta con bagno e doccia all’esterno, lontani. Due fonti cui attingere l’acqua e campi coltivati a zucchine e arachidi. Una capra. Vita dura e semplice. Al centro del terreno proseguono i lavori di costruzione del nuovo convento e del dispensario che, si spera, dovrebbero concludersi entro l’anno. Facciamo un giro e qualche foto per mostrare l’avanzamento del progetto.
Oltre al caldo, ci torturano gli insetti. Ci ritiriamo nella stanza che una volta finita sarà adibita al ricovero dei pazienti.
Verso l’una ci attiviamo per il pranzo spartano per la situazione, inaspettato e ottimo per la qualità! Aiutiamo Giaianti e le altre suorine a trasportare piatti e viveri, ci accampiamo al meglio. Menù completo pur essendo quasi nel nulla: pasta, pollo e ottimi fiori di zucchina appena colti e fritti. Peccato per i fagiolini con cui rischiamo la fusione dell’esofago: sono letali! Conditi con puro peperoncino. Sara e Roberta, prima che tornino le suore, si liberano delle verdure della morte chiudendole in un sacchetto, che finisce in borsa. Io ed Erica, meno furbe, non abbiamo tempo di liberarci dei quel fardello. Con sorrisi falsissimi, volti paonazzi e lacrime affrontiamo la nostra sfida contro il cibo. I fiori di zucchina e il caffè ci fanno tornare la bocca alla normalità, ma ormai le labbra sono senza sensibilità. Fuoco!

Nel pomeriggio nuvole nere e fulmini incorniciano l’orizzonte e nel giro di qualche istante si scatena il temporale. La partenza ritarda: saremo costrette a viaggiare di notte, sempre poco consigliato. Appena spiove, con una sorella ci avventuriamo nel fango per andare a visitare la scuola, dove purtroppo non ci sono i bimbi perchè è una giornata di festa. Dopo la pioggia il verde è ancora più luminoso e le grandi foglie imperlate dalle gocce luccicano nel sole che fa capolino tra le nubi. La vecchia scuola è una struttura fatiscente e abbandonata mentre quella nuova è grande e luminosa; a fianco, la casa delle novizie, spartana ma funzionale. Strano pensare che alcune di loro sono state in Italia per un periodo. Chissà come percepiscono i contrasti e le differenze nel modo di vivere. Tornare nel nulla e nelle difficoltà di una quotidianità dura. Non trovo risposte.

Pubblicato da Giandil

Un viandante, narratore e cantore, in cammino e in ricerca dell'armonia del viaggio-incontro. Sulla via del ramingo, nel rifugio della semplicità. Giacomo D'Alessandro (Genova, 1990) vive a Genova e Pavia. Ha frequentato il Liceo Classico Colombo, studia Comunicazione Interculturale e Multimediale all'Universitá di Pavia e Scienze Religiose all'Istituto Superiore pavese. Appassionato di libri, viaggi e incontri, scrive articoli e commenti d'attualitá sul blog www.fiatocorto.blogspot.com, e racconti di fantasy e narrativa (alcuni pubblicati nella raccolta "Il Canto di Osner e altri racconti" (ed. Albatros Il Filo, 2010). Nel 2006 ha creato il blog www.cantodelramingo.splinder.com, un luogo e diario di camminate, pensieri e spiritualitá. Una naturale fortezza per raminghi di ogni tipo e provenienza.