Solitaria nelle Alpi francesi. Il viaggio dentro
Quest’anno ho intrapreso, spinto da un’urgenza interiore, una solitaria di tre giorni a piedi e in autostop tra Val Maira e Val Ubaye nel Mercantour francese. Zaino in spalla, solitudine, pensieri, paure, desideri. Nel silenzio emerge di tutto. E diradato il tutto, rimangono le passioni autentiche. Una solitaria per comprendermi, mettermi alla prova, ascoltarmi in vista di scelte profonde.
_
11 agosto. A piedi da Pratorotondo ai Laghi di Roburent, Lago d’Oronaye, Parco Nazionale del Mercantour in Francia, paese di Larche. Notte in tenda in un accampamento sul fiume.
_
12 agosto. In autostop da Larche a Barcellonette con due signore in vacanza, visita della cittadina e salita di 4 ore fino al paese di Jeusiers attraversando il monte sul sentiero “Trans-Ubayenne”. Notte in tenda in una tenuta abbandonata della Forestale.
_
13 agosto. In autostop da Jeusiers a Meyronnes con un lavoratore in fuga dal turismo estivo. In cammino verso Feuilleuse. In autostop fino a Feuilleuse con tre ragazzi francesi in vacanza. Camminata di 9 ore al Rifugio Chambeyron, Lago dei Nove Colori, Colle Gipiera, Bivacco Barenghi, Rifugio Stroppia, Campo Base Chiappera. In autostop fino a Gheit con un giovane prete di Caraglio. Notte ospite delle famiglie di Gheit.
Dal diario di viaggio:
Perché da solo? Perché da questa parte? Perché a tutti i costi partire? Perché non mi do mai tregua? Non mi sopporto a volte… La salita è stata lentissima, senza alcuna spinta, senza alcuna meta. Ogni passo un rimpianto di ciò che non c’è, persone, sentimenti… Tutto ciò che era determinazione e volontà ora è dubbio e stanchezza. Conflitto interiore. Desiderio di andare avanti, senza programma nè compagni, e tempo passato a guardarmi indietro, sofferente Paura. Quella serie incessante di “e se poi non…?” che ostacola il passo, e vuole fermarlo.
[…]
Sì, tutto solo. Così ho risposto a una simpatica signora durante una cena frugale vicino al ponte sul ruscello. Per questo già devo tornare. Domani se tutto va bene sarà nuovamente in Val Maira. La solitudine in effetti ha dei pregi: toglie tutto, relativizza e sgonfia tutto. Lascia nudi. E si sente meglio quali cose rimangono appassionanti nella propria vita. La solitudine ha però molto più bisogno di una meta, rispetto a questo mio viaggio. Di un percorso scandito, di spunti. Se no si tramuta in perdizione e afflizione. E’ già tempo di tornare.
[…]
Due passaggi di fila questa mattina. L’ultimo, il più bell’incontro. Borisse, Jeusienne e Henrique, tre quarantenni diretti a Feuilleuse, mi hanno caricato senza problemi e amichevolmente mi hanno guidato per trovare la mia strada. Ho deciso alla fine di non salire verso il Col de Mary, ma di restare con loro, vedere il ponte di pietra sospeso 200 metri sopra il tumultuoso Ubaye, visitare il borgo di Feuilleuse, e da qui partire verso il giro più difficile, quello che attraversa lo Chambeyron. Grazie a questi ragazzi-adulti che mi hanno dato un esempio di fiducia. Il mondo ha speranza finché ci sono compagni come loro, madri come Jeusienne. La via prosegue.
[…]
Galline allo Chambeyron. Non è un piatto locale, non letteralmente. Ma sono la prima immagine arrivato quassù a 2600 metri, sotto l’oscura sagoma rocciosa del monte più alto delle due valli, l’Aguile de Chambeyron. Un bimbo di 2-3 anni gioca con una gallina paffuta che gli sfugge e scorrazza libera attorno al rifugio. Intelligente sistema per avere uova fresche qua in cima. Il rifugio è legno e lamiere, corazzato contro le intemperie di questa zona e dell’inverno feroce. Ricorda il prototipo di carro armato disegnato da Leonardo. Solo che questo è ancorato con artigli di metallo alla roccia da cui domina il lago. Formaggio e crema di marroni, prima di proseguire. Verso la tormenta che si addensa sul passo.