Giovani in cammino seguendo i passi dei migranti (Città Nuova)

di Silvano Gianti, su Città Nuova

Sedici amici liguri e piemontesi hanno trascorso le festività pasquali percorrendo l’Alta Via dei Monti della Liguria, meditando e distribuendo pasti agli stranieri, affrontando le intemperie e ascoltando le storie di chi ha lasciato tutto per trovare difficoltà e rifiuti, ma anche mani capaci di dare solidarietà e di accogliere il dolore.

A percorrere l’Alta Via dei Monti liguri, il lunghissimo itinerario di crinale che attraversa tutto l’arco montuoso della Liguria e collega la riviera ligure da Ventimiglia a La Spezia, sono in tantissimi. Spina dorsale di una vasta rete di sentieri che abbracciano l’intera regione, collegando i centri costieri con i paesi dell’entroterra e con le cime dei monti, l’alta via è, infatti, percorsa annualmente da migliaia di appassionati. Tra questi, durante il triduo pasquale, vi erano 16 giovani liguri e piemontesi, tra i venti e i trent’anni. Sono partiti da Pigna, in provincia di Imperia, il giovedì santoe hanno raggiunto Ventimiglia la sera del sabato per la veglia pasquale.

L’idea è nata tre anni fa a Giacomo e Gigi, due amici che hanno cercato di unire la passione per i cammini al bisogno di un ritiro spirituale nel tempo di Pasqua. «Si cammina di giorno, la sera dopo aver montato le tende e cenato si meditano i testi biblici della Passione – racconta Giacomo –. Nella sosta per il pranzo ci ha accompagnato la lettura de “L’uomo che cammina” di Christian Bobin. Un’esperienza molto bella di condivisione e di approfondimento interiore, per cercare di capire cosa dicono a me quelle parole oggi: come posso cambiare, come posso convertire il mio modo di vivere per essere più aderente al modo che è stato di Gesù e di tanti nel suo nome. Non tutti erano abituati alle fatiche e all’essenzialità del camminare. È stata una grande lezione di vita tra noi, compresa la notte di venerdì quando un temporale ha scaricato sulle tende trenta centimetri di grandine. Con calma abbiamo rimosso freddo e paura, disagio e imprevisti, grazie alla forza della convivialità».

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(foto di Luca D’Alessandro)

Pubblicato da Giandil

Un viandante, narratore e cantore, in cammino e in ricerca dell'armonia del viaggio-incontro. Sulla via del ramingo, nel rifugio della semplicità. Giacomo D'Alessandro (Genova, 1990) vive a Genova e Pavia. Ha frequentato il Liceo Classico Colombo, studia Comunicazione Interculturale e Multimediale all'Universitá di Pavia e Scienze Religiose all'Istituto Superiore pavese. Appassionato di libri, viaggi e incontri, scrive articoli e commenti d'attualitá sul blog www.fiatocorto.blogspot.com, e racconti di fantasy e narrativa (alcuni pubblicati nella raccolta "Il Canto di Osner e altri racconti" (ed. Albatros Il Filo, 2010). Nel 2006 ha creato il blog www.cantodelramingo.splinder.com, un luogo e diario di camminate, pensieri e spiritualitá. Una naturale fortezza per raminghi di ogni tipo e provenienza.